domenica 12 giugno 2011

Intervista a Valentina Bellettini


Dopo aver letto "Profumo d'Incenso" ( qui trovate la recensione e ulteriori notizie sul suo primo libro) sono rimasta davvero incantata e la tentazione di conoscere meglio questa scrittrice è stata talmente forte che le ho chiesto un'intervista, che lei ha accettato di rilasciare. Quindi oggi nel blog abbiamo ospite Valentina Bellettini, autrice del breve romanzo Profumo d’Incenso, edito da Giraldi nel 2008, che è stata così gentile da rendersi disponibile per fare due chiacchere con noi e presentare lei e la sua bella favola. 
Sul suo profilo da blogger si descrive così: "Sono una scrittrice emergente, il mio primo libro s'intitola "Profumo d'incenso" (Giraldi Editore) e scrivere rappresenta il sogno della mia vita... sono romantica, timida, sensibile, e in generale, ho un po' tutte le caratteristiche proprie dei Cancro. Ho molti interessi: se leggete i miei film, libri e la musica preferita, vi renderete conto che mi piace un po' di tutto. Sono un po' contraddittoria ma ho le idee chiare, sono comprensiva verso gli altri ma determinata con me stessa. Vivo metà nella realtà, metà nella fantasia. Mi piacciono i dualismi e le complessità... pur essendo una persona davvero semplice!"
Ciao Valentina e benvenuta.  E’ un grande piacere ospitarti nel mio blog, dopo aver terminato la lettura del tuo libro: Profumo d’Incenso. Raccontaci qualcosa di te...Chi è Valentina? 
Ciao Chiara, grazie dell’invito! Se mi chiedi chi sono, la prima cosa che mi viene in mente è citare parola per parola la mia biografia, “una ragioniera che lavora nell’ambito del commercio”, ma più passa il tempo meno mi sento ragioniera, e non solo perché esercito una professione diversa (l’attività di famiglia) ma soprattutto perché, altro che raziocinio, sono sempre più sulle nuvole! Questo grazie a una crescente passione per scrittura, lettura, e altre forme d’evasione come manga, anime e videogiochi. Mi piace descrivermi come una che ha conservato la parte bambina di sé, ma non fraintendermi, sono anche determinata, responsabile, e ho la tendenza a psicoanalizzare tutto, persino le sopracitate forme d’evasione; quindi in me convivono ragione e sentimento, anche se, senza dubbio, è il secondo elemento quello che principalmente mi muove e che spesso prende il sopravvento rendendomi sensibile e fragile sotto la corazza... dopotutto sono del cancro!
Profumo d’Incenso è il tuo primo romanzo. Come hai deciso di iniziare a scriverlo? Cosa rappresenta per te questo libro?
Ho sempre desiderato scrivere un romanzo. Quand’ero bambina iniziavo delle storie su dei quadernoni ma non andavo mai oltre al capitolo 2, abbandonando la missione a causa degli impegni scolastici o preferendo qualche altro tipo di distrazione. Poi mi sono diplomata; ho vissuto quel periodo come una liberazione, perché non ne potevo più di vivere tra numeri e calcoli, da un po’ di tempo mi premeva di scrivere, di farlo sul serio, di prendere le trame che balzavano nella mia testa e stendere l’intera storia. Ma come si comincia? Basta mettersi a scrivere? In passato non aveva funzionato. A me serviva un obiettivo, un qualcosa che mi stimolasse e mi “costringesse” a farlo abbandonando tutto il resto. Casualmente scoprii un concorso: invece
di sviluppare le idee più recenti, ripresi un mio vecchio tema scolastico la cui storia mi era sempre rimasta impressa, e cominciai, rendendomi conto che scrivendo mi divertivo, mi emozionavo, mi liberavo sfogando anni di desiderio represso; nel giro di quindici giorni scrissi, giorno e sera, le battute sufficienti alla partecipazione. Non vinsi il concorso, ma “Profumo d’incenso” era la mia prima vera storia, quella che aveva un inizio, ma soprattutto uno sviluppo e la fine! Per questo, anche se ora trovo difetti e peccati d’ingenuità, guardo il libro con tenerezza nostalgica, il primo “figlio letterario” che mi ha concesso di affacciarmi sul mondo dell’editoria, ma soprattutto di superare la titubanza, il timore, e la timidezza, in una sorta di battaglia con me stessa.
Si dice che gli scrittori, spesso, scrivono della loro vita, delle loro esperienze. Se anche per te è vero: ti sei mai sentita ad affrontare i problemi di Marta da adolescente? Indecisioni sul percorso che avrebbe preso la tua vita? Incomprensioni con i genitori? E… quando si cresce, tutto passa davvero?
Si dice bene! La storia di Marta comincia con un problema mio, un problema che non ho riconosciuto subito ma col passare del tempo, quando mi sono accorta che non ero adatta a un istituto tecnico commerciale. Cosa ci facevo in mezzo alla matematica e all’economia aziendale? Rabbrividisco ancora al solo pensiero. Sono del parere che decidere l’indirizzo superiore, e quindi lo sbocco professionale della vita, a tredici anni, sia prematuro, e spesso gli adulti non consigliano a dovere, indirizzando i ragazzi verso obiettivi propri, spesso dati dall’ambizione, e talvolta ostacolando la preferenza del giovane. Tuttavia, nessuno di questi esempi è stato il mio caso, io ho semplicemente seguito i passi di mia madre, forse inconsciamente condizionata, tuttavia so di amici che hanno vissuto tali situazioni e ancora ne soffrono; già, quando si cresce non passa, specie se si tratta di una cosa che muove la nostra passione... ma non è mai troppo tardi! Personalmente, nonostante tutto non cambierei la mia scelta, perché alla fine del percorso sono arrivata alla stessa destinazione, sicuramente con un po’ più di difficoltà, ma sono fiera d’esserci riuscita con le mie sole forze, come autodidatta: ho scoperto che faticare non mi fa paura e ho imparato a concentrarmi su ciò che desidero realmente; continuerò a cercare di migliorare perché non sono ancora arrivata alla meta finale!
Dopo questo primo romanzo, che cosa ne pensi dell’esperienza di scrittrice? Ti piacerebbe scrivere ancora e hai qualcosa in lavorazione che ci puoi anticipare?
Terminata la stesura di “Profumo d’incenso” mi sono sbloccata completamente; sono nate subito nuove idee e trame, tanto che la voglia di scrivere è cresciuta sempre più, rendendomi incapace di farne a meno. Scrivo ancora, scrivo sempre. Ultimamente mi sto concentrando sulle recensioni delle opere altrui, che per me è come un allenamento, oltre che un modo per farmi conoscere come scri... non riesco a dirlo, diciamo, “scrivante”! Ho tre romanzi inediti: uno è da revisionare da cima a fondo, un altro è da perfezionare, e infine c’è Lui, quello che mi sta occupando da quattro anni! Mi farà diventar matta, perché torno a lavorarci ogni volta che un editore (o la commissione di un concorso) mi risponde con una valutazione, e purtroppo non sono intenzionata a mollarlo perché mi sento particolarmente legata a quella storia e ai suoi personaggi; sento che lui mi permette di crescere, e se continuerò a lavorarci capirò ancora tante altre tecniche di scrittura, infatti la prima stesura è irriconoscibile rispetto all’ultimo aggiornamento! Mi consolo pensando che anche Manzoni fece tante modifiche prima di presentarci “I promessi sposi” così come lo conosciamo (paragone esagerato ma utile per rassicurarmi!).
Ho letto il tuo libro in una sera e ci sono stati dei passaggi che mi hanno molto colpito. Per una giovane ragazza non è sempre facile dare il giusto valore all’amore della propria famiglia e alla maternità. Credo che l’esperienza della maternità raccontata da Iside/Marta sia stato il passaggio che mi ha maggiormente toccato. Eppure non sono proprio una ragazza che di solito è colpita da questo argomento. Come hai vissuto questi sentimenti durante la scrittura della storia? Sembrano valori molto radicati anche nella tua vita reale per esprimerli con così tanta forza emotiva.
Semplicemente, mi sono impersonata in Marta/Iside: immaginavo la situzione e la creatura da lei nata, ed è stato tutto molto naturale; ho provato quei sentimenti, quindi li ho trasferiti nelle parole pronunciate dalla protagonista. Mi chiedi come ho vissuto durante la scrittura, e beh, se non ricordo male stavo proprio con le braccia unite come se avessi in braccio un bambino, quindi in quel momento io vivevo davvero quella situazione e vedevo Horus! Inoltre, non so perché, ma ho sempre sentito una propulsione forte verso la maternità.
Cosa ti emoziona? In che cosa trovi l’ispirazione che ti spinge a scrivere?
Ciò che mi spinge a scrivere è proprio l’emozione: quella che voglio raccontare agli altri, ma anche quella che io stessa provo mentre scrivo. Talvolta la scrittura nasce dalla rabbia, altre volte dall’affetto, altre ancora dalle fantasie più assurde, o dal bisogno di trasmettere un messaggio... il desiderio di scrivere è correlato al mio bisogno di provare, o al contrario, liberarmi, di quella specifica emozione.
La scrittura è un’arte. Hai sempre voluto scrivere? E di cosa hai bisogno quando scrivi: silenzio, folla, musica?
Già, ho sempre voluto scrivere. Più che volere, a volte mi sembra una necessità, e specie negli ultimi tempi accade in modo così spontaneo che nemmeno me ne rendo conto: prendo un foglio e scrivo. Punto. É un dato di fatto, come mangiare, respirare, starnutire! Quando scrivo ho assolutamente bisogno di silenzio, spengo tutto, anche lo stereo, perché in ogni caso io non sono più lì dov’è il mio corpo... ;)
So già che ti piace leggere. E' la passione che ci ha fatte incontrare, dopotutto! Che genere di libri leggi? Ci sono un autore o un libro particolare che hanno lasciato un segno nella tua vita?
Leggo tutto quello che dalla trama mi può sembrare intrigante. Non ho limiti di genere, ma vado pazza per quei libri dove c’è almeno un elemento fantastico; per questo, spesso le mie letture preferite riguardano fantasy e fantascienza. Può accadere, però, che trovi un rosa o un thriller con atmosfere surreali, e in tal caso finisce che diventa un mio acquisto! Cito ad esempio “L’ombra del vento” di Zafòn; da quando l’ho conosciuto non mi perdo un suo libro. Amo anche i classici e qualche storia di vita vissuta, mentre non m’interessano i gialli. Tra gli autori che hanno lasciato un segno nella mia vita ci sono Antoine De Saint-Exupery (“Il piccolo principe”), Michel Ende (“La storia infinita”, “Momo”), Oscar Wilde (“Il ritratto di Dorian Gray”), e Charles Baudelaire (“I fiori del male”), ma anche persone come Anne Frank e Christiane F. che hanno condizionato il mio carattere attraverso le loro esperienze.
C’è qualcos’altro che vorresti aggiungere per presentare il tuo libro?
“Profumo d’incenso” è un real fantasy ma anche un romanzo di formazione, per questo particolarmente adatto ai ragazzi (è stato inserito nel programma di una scuola media). Il romanzo intreccia sogno e realtà e confonde la protagonista a proposito della sua vera identità; si vola con la fantasia, ma d’altra parte pone delle domande che spingono alla riflessione. Che significato ha, la fantastica vicenda, nella vita della giovane Marta? Lo scoprirete solo leggendo!
Ti ringrazio per la disponibilità, sei una ragazza davvero gentile, che mi ha fatto un’immenso piacere conoscere, seppur per un fortunato caso, e per la nostra comune passione per la lettura. Spero vivamente di poter leggere qualche altro tuo libro in futuro e ti ringrazio per avermi dato la possibilità di leggere questa bella favola.
Grazie a te, Chiara! Sono felice anch’io d’averti conosciuta e posso dire che anche tu mi hai fatto un’impressione altrettanto positiva! É sempre un piacere parlare di passioni comuni, quindi ti saluto dicendo: a presto!
Note: a questa pagina, l'interessante blog della scrittrice, Universi Incantati, se siete curiosi di sapere altro ancora su di lei. 
Qui la copertina del suo libro, Profumo d'Incenso, e il link alla recesione sul blog.

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