Pagine: 352 Titolo originale: The Adoration of Jenna Fox Lingua originale: Inglese Editore: Giunti (Y) Anno di pubblicazione 2011 Codice EAN: 9788809749634 Voto: 4/5 |
"Non mi ricordo né di mia madre, né di mio padre, né di Lily. Non ricordo di aver vissuto a Boston. Non mi ricordo dell’incidente. Non mi ricordo di Jenna Fox. Mio padre ha detto che ci vuole tempo. Mi ha assicurato che «il tempo guarisce ogni ferita». Ho preferito non dirgli che non so cosa sia il tempo." La diciassettenne Jenna Fox, dopo più di un anno di coma, si risveglia in un corpo e in un presente che stenta a riconoscere. I genitori le raccontano che è stata vittima di un gravissimo incidente automobilistico, ma sono tante le lacune sulla sua identità e molti gli interrogativi irrisolti sulla sua vita attuale. Perchémai la sua famiglia si è trasferita di colpo in California, abbandonando tutto a Boston? Perché la nonna la tratta con inspiegabile scontrosità? Perché i genitori le proibiscono di parlare del loro improvviso trasloco? E come mai Jenna riesce a ricordare intere pagine del Walden di Thoreau, ma riporta a stento alla memoria stralci disordinati del suo passato? Assetata di verità e inquieta, la ragazza cerca di riappropriarsi della sua vita passata. Guardando i filmati dell’infanzia, strani ricordi riaffiorano nella sua mente confusa e, lentamente, Jenna realizza di essere prigioniera di un terribile segreto. Mary E. Pearson ha costruito un’affascinante e credibile visione di un futuro distopico esplorando i territori dell’etica e della sperimentazione scientifica, il potere della biotecnologia e la natura dell’anima, con delicata poesia e intrigante suspence. Questo romanzo è un’ottima miscela di fantascienza, thriller e relazioni adolescenziali che ha già appassionato i lettori americani.
Per tre giorni sono stata risucchiata nella mente di Jenna Fox. Un titolo inquietante e appropriato, come la copertina.
Ambientato in un futuro nel quale la biogenetica è una scienza accettata e usata, disciplinata da un’organo di controllo, il CESN che ne regolamenta i metodi e analizza le situazioni di abuso. “Uno dei modi consiste nell’uso del punteggio. Ognuno ha a disposizione un massimo di cento punti. Prendi i miei arti, ad esempio. Il punteggio assugnato all’innesto di tecnologie digitali concepite per funzionare con le protesi è molto basso. Sedici punti per tutti e quattro. Mentre il cuore… solo quello vale trentacinque punti. Aggiungi polmoni e reni e arrivi a novantacinque punti. (…) I cervelli sono legali fino a un certo punto. E’ consentita un’integrazione biodigitale massima del quarantanove percento per ripristinare le funzioni perdute, nient’altro. (…) Stabilendo un limite su quanto può essere sostituito o integrato, la CESN impedisce che la percentuale creata in laboratorio superi mai quella umana.” (da un discorso di Allys, nuova amica di Jenna).
Jenna Fox è una diciassettenne che sta iniziando una nuova vita. La sua famiglia ha deciso di lasciare Boston e trasferirsi in California, per aiutare il suo recupero, senza troppe pressioni intorno. Ha avuto un terribile incidente, che l’ha lasciata incosciente per un lungo periodo e ora deve reimparare ogni cosa: camminare, parlare, pensare. Le dicono che, con il tempo, tutto tornerà come prima e anche i ricordi riprenderanno il loro posto nella mente di Jenna. Gradualmente lampi di memoria le si affacciano alla mente. Ma è processo lungo e doloroso. Questi flash stanno tornando, ma in maniera disordinata e strana. Ricorda anche cose che non dovrebbe essere in grado di rammentare perché era troppo piccola per registrarle, come che a diciannove mesi ha rischiato di affogare. Come può la sua memoria tornare così indietro nel tempo e non ricordare gli ultimi anni della sua vita? Un risveglio dal coma traumatico in un mondo estraneo. Jenna si ritrova senza nessuna coscienza di sé, senza passato e con un futuro incerto, perché Jenna non sa più chi è. Non conosce la sua storia.
Per quale motivo non ricorda niente della sua vita, ma sa citare nozioni storiche o, ad esempio, Walden di Thoreau a memoria? Perché la nonnina, che lei ricorda come l’unica persona sulla quale potesse fare affidamento, ora le è così ostile, quasi la odiasse? Di chi sono le voci che continua a sentire nella sua mente? Perché si sente obbligata a comportarsi in determinati modi, anche se non vorrebbe? Non ha più una sua volontà che quando la mamma le ordina di ‘andare in camera sua’ il suo cervello registra l’informazione e le sue gambe si muovono autonomamente? Riuscirà mai ad essere di nuovo la Jenna, di cui non ricorda nulla? E dovrebbe esserlo?
Primo, ma fortunatamente autoconclusivo, romanzo di una trilogia di fantascienza, non troppo distante dalle polemiche in atto ai nostri giorni da non riuscire a trovare alcuni parallelismi col nostro mondo. E’ indirizzato ad un pubblico Young adult, ma le parti di analisi etica e la profonda ricerca introspettiva lo rendono interessante –molto interessante- anche per un pubblico decisamente più adulto. I temi di questo libro sono molto difficili da trattare e da comprendere: la bioetica, la biogenetica, l’accettazione di se stessi, nel modo in cui siamo stati creati, cercando di sfruttare i ‘doni’ che abbiamo a disposizione e infine il conflitto tra scienza e fede e l’esistenza dell’anima. Ancora più difficile è prendere una posizione. A mio giudizio anche molto apprezzato il fatto che l’autrice non l’abbia realmente fatto . Fino a che limite saremmo disposti a spingerci se, avendone la possibilità, potessimo salvare la vita di chi amiamo? E ci sono veramente dei limiti? Troppo facile sarebbe dare una risposta positiva, non trovandosi a vivere una simile situazione in prima persona. Normalmente i libri narrati in prima persona non mi coinvolgono particolarmente, ma in effetti Jenna racconta di una vita che non le appartiene, quindi la situazione è estremamente delicata. La scrittura talvolta sembra pura poesia, anziché un romanzo, talmente è lieve e penetrante.
Estratti dal libro.
(E’ stato difficile scegliere. Ogni parola, ogni frase è talmente significativa e particolare che vorrei riportarlo per intero).
“Annuisco. Non avevo pensato che potesse farmi del male. E’ un cane. Abbaia. Avrei dovuto spaventarmi? E’ questa l’unica cosa che fanno i vicini? Mettersi in guardia a vicenda? Come il signor Bender che mi dice di stare attenta alla casa bianca in fondo alla strada? E’ una cortesia pura e semplice o è un altro dei sottintesi che la mia mente non riesce a cogliere? Sono io che mi sto perdendo qualcosa oppure sono loro?”
“Cambio ogni giorno che passa. Quando osservo i volti, riesco a vedere cose che fino a un paio di giorni fa non notavo nemmeno. Cose che probabilmente nessun altro vede.”
“Non siamo altro che i dettagli delle nostre vite oppure è possedere quei dettagli che fa la differenza?”
“E’ possibile che alcuni eventi della nostra vita lascino un segno indelebile, che rendano una parte di noi immune al passare del tempo, diventando un termine di paragone sul quale misureremo ogni cosa per il resto delle nostre esistenze?”
“Quanto possiamo spingerci oltre? Quanto siamo disposte ad accettare? Fino a che punto possiamo proteggere chi amiamo? Come possiamo ottenere ciò che vogliamo? Le supposizioni sono infinite, non conoscendo il futuro, non sapendo quanto ci stiamo spingendo troppo lontano.”
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