venerdì 11 marzo 2011

Friday Features (3)


Eccoci con la rubrica del venerdì, in cui vorrei parlare delle scoperte che ho fatto durante la settimana. Non si tratta semplicemente di novità editoriali, ma di libri che mi hanno attirato in qualche modo particolare, siano essi nuovi o datati.  In fondo, perchè ignorare il vecchio per il nuovo... tutto può convivere nella mia libreria e nella mia testa. Insomma... alternare Jane Austen a Stephen King o a qualche affascinante licantropo serve a mantenere il mio cervello ben sveglio!
Questa è stata una settimana davvero piena di belle scoperte, anche se non sono novità in libreria.  Succede, a volte sono distratta e mi lascio sfuggire qualche pubblicazione. Il bello dei libri è questo... si può sempre recuperare il tempo perduto ed andare a 'ripescare' un libro uscito mesi o anni prima. Ma qualcosa di nuovo è sempre presente nella rubrica, non preoccupatevi.
Questa settimana mi sono interessata a ....

I Diari dell'Angelo Custode di Carolyn Jess Cooke 
(Giugno 2010) - Longanesi


Margot ha quarant’anni e la sua vita è stata tutta un errore. Cresciuta senza genitori, oggi è una donna incapace di ricambiare un grande amore, una madre incapace di salvare il proprio figlio da un destino di infelicità. Il giorno in cui muore in circostanze misteriose, Margot è sola. Ma la sua vita non si conclude. Ciò che sembrava la fine è in realtà una trasformazione: Margot diventa un angelo custode e dovrà proteggere una vita mortale. Scopre però che per volere divino, o forse del fato, l’essere umano che le è stato affidato altri non è che se stessa. Costretta a tornare sulla terra per rivivere la propria vita, dovrà così assistere nuovamente alla vertiginosa altalena dei suoi giorni, fatti di molti dolori e rari momenti di felicità. Da angelo custode di se stessa, Margot dovrà capire quanto e come potrà intervenire per cambiare il corso degli avvenimenti e sostenere quella fragile bambina, poi ragazza e infine donna nelle mille scelte, a volte felici, più spesso tragiche, della sua esistenza. Fra i tanti dubbi e rimpianti ha solo una certezza: è disposta a tutto pur di cambiare almeno un evento, uno solo...
«Ci sono coloro che tornano sotto forma di angeli, con il compito di proteggere i propri familiari, i propri figli, le persone che avevano più care, io invece sono stata destinata a proteggere me stessa. Sono il mio angelo custode. Ed è così che oggi mi ritrovo a incespicare nei miei stessi ricordi, nel turbinio di una storia che non so se sarò in grado di cambiare.»
Il Sentiero di Legno e Sangue di Luca Tarenzi  
(Maggio 2010) - Asengard


Apre gli occhi nel cuore di un’immensa conchiglia. Ha un corpo di legno articolato e ingranaggi, e il cadavere del suo costruttore giace accanto a lui. Non ha un nome, non ha memoria, ma appena nato ha già mostruosi nemici che lo braccano e una missione che non ha chiesto né desiderato: diventare umano. Attorno a lui c’è un mondo che un’antica catastrofe ha trasformato nel sogno delirante di un folle, alle sue calcagna due Incubi, la Maschera e la Bestia, e davanti a lui un sentiero costellato di mutazioni, tribù selvagge, divinità del caos e giganti marini che lo condurrà verso un destino molto più incerto di quanto i suoi creatori avessero mai potuto prevedere.
Leggi i primi capitoli online su 10righedailibri.it
Quando il Diavolo ti Accarezza di Luca Tarenzi 
(24 Febbraio 2011) - Salani


Eleonora – Lena per tutti – è una studentessa milanese di vent’anni. Una notte, inseguendo la sua amica Sofia, precipitata in uno stato di trance, arriva davanti alla stazione Centrale e assiste a un incredibile duello: un’immensa creatura alata sta per annientare un giovane già coperto di sangue. D’istinto interviene e permette al giovane di approfittare di un momento di distrazione dell’avversario per decapitarlo con la sua stessa spada. Solo che il giovane è Arioch, un demone appena evocato per uccidere proprio Sofia, l’amica del cuore di Lena. 
Un Estratto..."E' COME NASCERE."
Fu questo il primo pensiero di Arioch quando venne sulla Terra in una notte d’autunno, figlio di una coltellata e di un pugno di sillabe arcane.
Solo che nascere probabilmente faceva meno male.
Sorse dal cemento della pavimentazione senza spaccarlo, rosso e luccicante del sangue che vi era stato appena versato. E, come per ogni creatura appena nata, la sua prima parola fu un urlo, che echeggiò nel tunnel della metropolitana e fino alle volte della stazione deserta che si apriva lì a pochi metri. Poi crollò in ginocchio.

L'Acchiapparatti di Francesco Barbi  
(Marzo 2010) - Baldini Castoldi Dalai 


Pochi a Tilos conoscono il nome di Ghescik. Lui è soltanto il becchino, l’ometto gobbo e storpio che vive al cimitero, ai margini del paese. Pochissimi sanno che coltiva una passione insana per la feldspina e gli scritti antichi. Solo lo strambo acchiapparatti gli è amico.
Notte fonda. Al sicuro tra le mura della casa-torre diroccata, Zaccaria sta rimproverando uno dei suoi gatti quando qualcuno bussa alla porta. Il becchino si presenta con un libro rilegato in pelle scura, che sostiene di aver vinto grazie a una scommessa con lo speziale. Risale a epoche in cui la magia non era stata ancora messa al bando e sembrerebbe contenere le memorie di un defunto negromante. Ghescik non fa parola dello strano diadema rinvenuto in un sotterraneo della «torre maledetta», ma ha un solo modo per scoprire se certi suoi sospetti sono fondati: far tradurre il libro a Zaccaria che, inspiegabilmente, ha sempre avuto grandi doti come decifratore delle lingue arcane…
Inseguiti dagli sgherri dello speziale, becchino e acchiapparatti verranno catapultati nei meandri di una vicenda terribile che non coinvolgerà i soliti eroi, ma una compagine di personaggi inconsueti: un cacciatore di taglie sfigurato, una prostituta dalle molte risorse, un gigante che parla per proverbi sgrammaticati e una schiera di feroci tagliagole. Ma quale legame esiste tra il misterioso diadema e la terrificante creatura rinchiusa da secoli nelle segrete di Giloc?
Un viaggio rocambolesco, tra presagi e inganni, esecuzioni ed evasioni, attraverso atmosfere cupe e sanguinarie che rievocano gli aspetti più grotteschi dell’Alto Medioevo. Una storia avvincente, tanto insolita quanto indimenticabile, in cui convivono suspense e orrore, tenerezza e ilarità.

«Furti, razzie, stupri, omicidi. Numerosi erano i crimini commessi in quell’epoca nelle Terre di Confine. Poiché scelleratezza e barbarie imperversavano in ogni dove, le punizioni e le condanne, sommariamente assegnate, non potevano che essere molto dure…
Ogni paese aveva il suo sistema. A Brunosco l’esecuzione si attuava tramite impiccagione, una pratica piuttosto banale. A Burik il reo veniva interrato fino al petto e quindi lapidato dalla folla. Sulle mura di Tambulin i condannati erano lasciati a penzolare per giorni in gabbiotti di ferro. A Fontecheta si legava il malcapitato a un masso e lo si gettava nel Riomaggiore, mentre sulle piazze centrali di Fortevia e Valbel erano sempre pronti i patiboli per le decapitazioni. Nel fossato di Tilos, infine, il condannato correva nel vano tentativo di sfuggire a un branco di cani affamati. Ma era il signore di Giloc a vantare lo spettacolo di gran lunga più eccitante. Qui, la pena di morte si chiamava Il Buco.» 
Il sito de L’Acchiapparatti merita una visita, a mio modesto parere!
La Spada del Destino di Andrzej Sapkowski  
(10 Marzo 2011) - Nord


Geralt di Rivia è uno strigo, un assassino di mostri. Ed è il migliore: solo lui può sopraffare un basilisco, sopravvivere a un incontro con una sirena, sgominare un’orda di goblin o portare un messaggio alla regina delle driadi, fiere guerriere dei boschi che uccidono chiunque si avventuri nel loro territorio… Geralt però non è un mercenario senza scrupoli, disposto a compiere qualsiasi atrocità dietro adeguato compenso: al pari dei cavalieri, ha un codice da rispettare. Ecco perché re Niedamir è sorpreso di vederlo tra i cacciatori da lui radunati per eliminare un drago grigio, un essere intoccabile per gli strighi. E, in effetti, Geralt è lì per un motivo ben diverso: ha infatti scoperto che il re ha convocato pure la maga Yennefer, l’unica donna che lui abbia mai amato. Lo strigo sarà dunque obbligato a fare una dolorosa scelta: difendere il drago e perdere Yennefer per sempre, o infrangere il codice degli strighi pur di riconquistare il suo cuore...
Un Estratto... 
La creatura era seduta accanto all’imbocco della grotta.
«È impossibile...» sussurrò Dorregaray.
«E allora quello cos’è?» domandò Geralt.
«Un’illusione.»
«Non è un’illusione. È un drago dorato in carne e ossa.»

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