Pagine: 239 Titolo originale: Dreams of Sex and Stage Diving Lingua originale: Inglese Editore: Fazi Anno di pubblicazione 2006 Codice EAN: 9788876250170 Voto: 2/5 |
“Elfish vive in uno squat a Brixton, mangia pochissimo, beve molto, ha una sfrenata passione per la musica punk e lo stage diving, va a letto indistintamente con uomini e donne, e non si lava praticamente mai. Ma nonostante sia una ragazza assolutamente egoista, bugiarda, inaffidabile e lunatica, Elfish ha un sogno: è determinata a tenere per il suo nuovo gruppo trash metal il nome "Queen Mab" (la fata dei sogni di Giulietta e Romeo di Shakespeare) che apparteneva alla band del suo ex fidanzato, Mo. Per riuscirci dovrà però essere in grado di recitare in pubblico entro due settimanel'intero monologo di Queen Mab, e dovrà convincere gli altri membri della band a fidarsi di lei.”
Sono rimasta un po’ spiazzata dalla lettura di questo libro. Martin Millar mi piace. Adoro come scrive, ho amato i due precedenti libri letti: Ragazze Lupo e Fate a New York, quest’ultimo è perfino nella lista dei miei libri preferiti. Quindi durante la lettura delle avventure di Elfish mi chiedevo continuamente cosa fosse successo al mio amato autore… mi ha scioccato, ecco. Non so assolutamente come giuducarlo. Lui scrive benissimo, i personaggi sono come sempre ben caratterizzati, la Londra degli squatter e l’ambiente degradante in cui vivono i personaggi è talmente ben descritto che ti sembra di vedere lo squallore. Ma questa storia non sta in piedi.
Il libro inizia con una scena di sesso lesbico in mezzo ad una pozza di vomito e certo, non lascia indifferenti. Si apre quindi il sipario sulla vita di Elfish, che di elfico non ha nulla, ma è brutta, parecchio sporca e profondamente egoista che agisce senza la minima morale per arrivare a chiamare la sua band (che ancora non ha!) Queen Mab, rubando il nome alla band del suo ex ragazzo Mo. Per fare questo, mentirà, creerà false speranze con il solo scopo di farsi aiutare a raggiungere il suo obiettivo. Per ottenere il nome dovrà recitare in pubblico l’intero mologo della fata Shakesperiana. Non si farà il minimo problema morale a manipolare ed ingannare amici e conoscenti, perché l’unica cosa che le interessa è avere quel nome per la sua band. Il modo in cui usa le persone risulta così rivoltante da far quasi dimenticare il fatto che non si lava da mesi. Inspiegabilmente, agendo in modo subdolo, riuscirà a risollevare la vita dei depressi e nevrotici personaggi che le ruotano intorno, o almeno a smuovere un po’ le acque nella loro vita balorda.
“La regina Mab è colei che dispensa sogni ai mortali. Elfish e Mo suonavano insieme in un gruppo che avevano deciso di chiamare Queen Mab. Ma poi avevano litigato e il gruppo si era sciolto prima ancora di poter fare un concerto. Ora tutti e due rivendicavano il diritto di chiamare così la propria band Elfish era decisa a non cedere. Quel nome era maledettamente importante per lei. Se il suo gruppo si fosse potuto chiamare Queen Mab, Elfish sarebbe stata in pace con il mondo intero.”
“Elfish aveva ventiquattro anni, suonava la chitarra molto bene, beveva decisamente troppo e, poiché di indole malinconica, la si vedeva sorridere di rado. Di solito si dimostrava quanto mai scortese con il resto del mondo, se non addirittura ostile. Nei rapporti col genere umano, Elfish era un fiasco totale. Come stage diver invece era straordinaria”
“Stage diving, ovvero l’arte di riuscire ad arrampicarsi sul palco durante un violento e delirante concerto rock per poi tuffarsi follemente nel pubblico a testa in giù. “
“C’è una leggenda che dice che tutto ciò che va perduto sulla terra viene custodito sulla luna: sogni non realizzati, voti infranti, preghiere non esaudite e tempo sprecato. (…) Elfish non dimentico la leggenda. (…) Ogni volta che qualcosa le andava storto, era come se vedesse la sua fatica sprecata volare su su fino alla luna. E allora cresceva in lei sempre più forte il desiderio che una cosa simile non accadesse più.”
“Come poteva una persona con una volontà di ferro come lei lasciarsi distrarre tanto facilmente? Fu assalita dal pensiero deprimente che alla fine fosse anche lei come tutti gli altri e che avrebbe lasciato svanire i suoi sogni nel nulla. Forse proprio in quel momento se ne stavano volando via, verso la luna.”
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